Progetto riqualifica ambientale area mineraria Santa Barbara

L’area mineraria di Santa Barbara ha un’estensione di circa 1.600 ettari. La coltivazione, iniziata nel 1955 nel territorio del Comune di Cavriglia, è stata successivamente estesa interessando anche il territorio comunale di Figline Valdarno, recentemente diventato Comune di Figline e Incisa Valdarno (si veda la sezione OSSERVATORIO per maggiori dettagli sull'attività di coltivazione mineraria).

Nel 2004 Enel ha presentato il progetto di riassetto complessivo dell’area e nel 2006 è stato stipulato un Protocollo di Intesa con gli Enti Locali che definisce gli interventi e gli obiettivi di destinazione d’uso di aree omogenee facenti parte del più ampio ambito di riassetto della Miniera Santa Barbara.

Il progetto di riassetto licenziato con parere positivo dal Ministero dell’Ambiente nel 2009 e approvato dalla Regione Toscana nel 2010, prevede la stabilizzazione morfologica del territorio interessato dalla coltivazione mineraria, il completamento della naturalizzazione dei bacini di Castelnuovo e Allori tramite la modellazione delle sponde e la realizzazione di un reticolo idraulico di immissari ed emissari che consentirà il miglioramento della qualità idrica e nuove opportunità di fruizione delle aree stesse. Sono inoltre previsti interventi vegetazionali per favorire l’incremento e lo sviluppo della biodiversità presente e la creazione di collegamenti infrastrutturali che garantiscano da una parte una fruizione del territorio a basso impatto attraverso la realizzazione di percorsi pedonali e ciclabili e dall’altra la ricucitura del tessuto stradale preesistente la coltivazione mineraria attraverso la realizzazione di strade bianche e di collegamento.

Il progetto di riqualifica ambientale può essere idealmente suddiviso in 4 matrici: 1) interventi morfologici, 2) interventi idraulico- idrografici, 3) interventi infrastrutturali, 4) interventi vegetazionali. Si rimanda alle specifiche sezioni per ulteriori approfondimenti.

Storia e territorio

La lignite è stata estratta industrialmente dal XIX secolo fino alla prima metà del ‘900 con numerose miniere in galleria. L’attività mineraria è stata alla base dello sviluppo industriale siderurgico di San Giovanni Valdarno; negli anni ’30 fu realizzata una centrale termoelettrica alimentata a lignite, distrutta al passaggio del fronte nella Seconda Guerra Mondiale.

Intorno alla metà degli anni ’50 fu costruita la centrale termoelettrica di Santa Barbara. Per alimentarla è stata avviata la coltivazione “a cielo aperto” con moderne macchine di scavo, con movimenti di terra per spostare gli strati di copertura del banco lignitifero. La coltivazione è cessata definitivamente nel 1994. Le due unità termoelettriche della Centrale Santa Barbara hanno proseguito l’esercizio alimentate a olio combustibile fino all’entrata in servizio, nel 2006, di una nuova unità a ciclo combinato, tuttora in funzione, costruita secondo i migliori standard ambientali e alimentata a gas naturale, per una potenza complessiva di 392 MW; le vecchie unità sono state quindi dismesse e successivamente demolite.

Nell’intero periodo di coltivazione sono state estratti 44 milioni di tonnellate di lignite. Contemporaneamente all’attività estrattiva sono stati iniziati i lavori di messa in sicurezza dell’area, con il riempimento parziale della cavità di estrazione profonde fino a 100 metri: in queste aree sono stati realizzati i bacini di Castelnuovo, Allori e San Donato e si è proceduto alla rinaturalizzazione dei luoghi favorendo lo sviluppo spontaneo di vegetazione ripariale e il ripopolamento ittico e faunistico. Sulle aree di colmata sono stati inoltre realizzati 241 ettari di nuovi impianti forestali.

A seguito di questa grande attività di rinaturalizzazione, alcune porzioni dell’area mineraria sono state scorporate dal titolo minerario e cedute a enti locali o soggetti privati per una estensione complessiva pari a circa 1300 ettari; ad oggi, in accordo con il progetto definitivo assentito, restano da completare i progetti esecutivi e quindi gli interventi di recupero ambientale sull’area residua, per una estensione pari a circa 1.600 ettari.

Planimetria area di intervento

Di seguito è riportata una mappa con le aree di intervento perimetrate in rosso (le aree si sviluppano immediatamente ad ovest degli abitati di Meleto e Santa Barbara ed all'interno di esse sono visibili, da nord a sud, i laghi di San Donato, Allori e Castelnuovo).

Per ulteriori approfondimenti si rimanda all'allegato PBSMA2015701 - Planimetria area intervento, che mostra la suddivisione iniziale delle aree ed il loro successivo accorpamento negli attuali Macrolotti trattati nei diversi documenti, all'allegato PBSMA20207 - Planimetria generale degli interventi, nonchè all'allegato PBMSA20133 - Planimetria Macrolotto A, che mostra il dettaglio del Marcolotto nel quale sono in avvio i lavori previsti dal progetto.   



Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica